L’incolore Tazaki Tsukuru ei suoi anni di pellegrinaggio – Murakami Haruki

lincolore_tsukuro  MICRORECENSIONE: Un libro sul dolore del rifiuto, dell’abbandono e della inquitudine che si crea nei rifiutati.

PLAYLIST:

TERZA DI COPERTINA:
A Nagoya abitano cinque ragazzi, tre maschi e due femmine, che tra i sedici e i vent’anni vivono la più perfetta e pura delle amicizie. Almeno fino al secondo anno di università, quando uno di loro, Tazaki Tsukuru, riceve una telefonata dagli altri: non deve più cercarli. Da quel giorno, senza nessuna spiegazione, non li vedrà mai più: non ci saranno mai più ore e ore passate a parlare di tutto e a confidarsi ogni cosa, mai più pomeriggi ad ascoltare la splendida Shiro suonare Liszt, mai più Tsukuru avrà qualcuno di cui potersi fidare. Il dolore è cosi lacerante che nel cuore del ragazzo si spalanca un abisso che solo il desiderio di morire è in grado di colmare. Dopo sei mesi trascorsi praticamente senza mangiare né uscire di casa, nelle tenebre di un’infelicità senza desideri, Tzukuru torna faticosamente alla vita ma scopre di essere cambiato. Non solo nel fisico – più magro, dai lineamenti più duri e taglienti – ma anche, soprattutto, nell’animo. Ancora oggi, quando ormai ha trentasei anni, continua a vivere con l’ombra di quel rifiuto che lo accompagna sempre, come una musica che resta sospesa nell’aria anche quando non c’è più nessuno a suonarla. L’incontro con Sara, che intuisce l’inquietudine nascosta dietro l’apparente ordinarietà di Tsukuru, sarà l’occasione per rispondere a quelle domande che per sedici anni l’hanno ossessionato ma che non ha mai avuto il coraggio di affrontare.

La collina dei suicidi – James Ellroy

phpThumb_generated_thumbnailjpg TERZA DI COPERTINA:
Lloyd Hopkins, investigatore della squadra omicidi della polizia di Los Angeles, è il migliore poliziotto di tutta la città, ma è stato accusato di abuso di potere dai suoi superiori. Viene quindi declassato alla sezioni rapine e furti. Nel frattempo Duane Rice, giovane delinquente e ladro di auto, esce di galera e prepara delle rapine in banca durante la quale, assieme ai suoi complici, due fratelli messicani, uccide due poliziotti, tra cui il figlio di un capo della polizia, Gaffaney. Quest’ultimo chiede ad Hopkins di trovare i rapinatori a tutti i costi, e gli promette di fare in modo di salvare la reputazione passata di Hopkins. Si scatena una immensa caccia all’uomo in tutta la città. Duane Rice intanto uccide uno dei due fratelli messicani. Hopkins non farà in tempo a trovare Duane Rice che verrà ucciso dai sottoposti del corrotto Gaffaney che mascherano l’omicidio in suicidio. Il presunto suicidio di Rice non convince assolutamente Hopkins ma ormai Gaffaney ha dato le dimissioni e non ricatterà più Hopkins.

MICRORECENSIONE:
Violenza senza motivazione, personaggi stereotipati.
Ho letto di meglio anche nel filone.

Gli sdraiati – Michele Serra

michele-serra-gli-sdraiati-copertina-recensione TERZA Di COPERTINA: Forse sono di là, forse sono altrove. In genere dormono quando il resto del mondo è sveglio, e vegliano quando il resto del mondo sta dormendo. Sono gli sdraiati. I figli adolescenti, i figli già ragazzi. Michele Serra si inoltra in quel mondo misterioso. Non risparmia niente ai figli, niente ai padri. Racconta l’estraneità, i conflitti, le occasioni perdute, il montare del senso di colpa, il formicolare di un’ostilità che nessuna saggezza riesce a placare. Quando è successo? Come è successo? Dove ci siamo persi? E basterà, per ritrovarci, il disperato, patetico invito che il padre reitera al figlio per una passeggiata in montagna? Fra burrasche psichiche, satira sociale, orgogliose impennate di relativismo etico, il racconto affonda nel mondo ignoto dei figli e in quello almeno altrettanto ignoto dei “dopopadri”. “Gli sdraiati” è un romanzo comico, un romanzo di avventure, una storia di rabbia, amore e malinconia. Ed è anche il piccolo monumento a una generazione che si è allungata orizzontalmente nel mondo, e forse da quella posizione riesce a vedere cose che gli “eretti” non vedono più, non vedono ancora, hanno smesso di vedere.

MICRORECENSIONE: Non ho figli quindi è inutile che tenti di capirlo dalla parte del PADRE, sono stato un FIGLIO … ma alla fine degli anni 60 metà anni 70 non c’erano computer, social network e cellulari … scendevi in piazza e giocavi al pallone a chi arriva prima  a 10 poi a 12 poi alla fine tornavi cosi stanco a casa che Carosello poi a nanna. Non mi piacciano i libri stile “Manuale delle giovani marmotte” che danno risposte, preferisco quelli che ti lasciano delle domande …. e quella che mi ha lasciato e alla quale non troverò mai risposta è:  Chissa se Piero aveva un suo Colle della Nasca ?

 

Roderick Duddle – Michele Mari

Roderick-DuddleTerza di copertina
Figlio di una prostituta, Roderick cresce tra furfanti e ubriaconi all’Oca Rossa, fumosa locanda con annesso bordello. Quando la madre muore, il proprietario pensa bene di cacciarlo: quello che entrambi ignorano è che nel destino di Roderick è nascosta un’immensa fortuna, e quel medaglione che porta al collo ne è la prova. Il ragazzino si ritrova alle calcagna una folla di balordi, mentecatti, loschi uomini di legge e amministratori, assassini, suore non proprio convenzionali – ognuno deciso a impadronirsi in un modo o nell’altro di una parte del bottino. E cosi Roderick fugge, per terra e per mare, in un crescendo di imprevisti, omicidi, equivoci e false piste. “Roderick Duddle” è insieme summa e reinvenzione del percorso letterario di Michele Mari: guardando a Dickens e Stevenson, mai cosi amati, disegna una parabola sulla cupidigia e sulla stupidità dell’uomo, ma anche sulla sua capacità di stupirsi di fronte al meraviglioso.

microrecensione Mari non delude MAI. L’unico difetto se proprio lo si vuol trovare … Io avrei eliminato l’epilogo …  a me ha fatto tornare in mente la raccolta di racconti ” Tu sanguinosa infanzia” e in particolare il racconto “Otto scrittori”