Archivi categoria: Microrecensioni Libri

2001 Odissea nello spazio – Clarke Arthur C.

images TERZA DI COPERTINA
Un enigmatico monolito viene trovato sepolto sotto la polvere della luna, gli scienziati scoprono con stupore che risale ad almeno tre milioni di anni. Una volta dissotterrato, l’oggetto comincia a emettere un potente segnale verso Saturno. Un’astronave pilotata da uomini, la Discovery, viene mandata a indagare. I membri dell’equipaggio sono uomini ben addestrati, ad assisterli c’è un computer autocosciente e ultra-sofisticato HAL 9000. La programmazione di HAL rispecchia la mente umana: è capace di senso di colpa, di nevrosi, perfino di uccidere. Quando HAL si rende conto che la missione va al di là dell’umana comprensione, comincia a uccidere a uno a uno gli uomini e a sabotare l’astronave per impedirle di procedere verso l’ignota destinazione.

MICRORECENSIONE:
Il libro è sempre migliore del film. questo è un assioma che nel 99,9% dei casi è anche la realtà dei fatti. Io ho letto il libro, nel 2011, dopo aver visto il film che ho sempre considerato un capolavoro.

Non sapevo, lo scoperto leggendo l’introduzione, che Clarke e Kubrick hanno lavorato in tandem e si scambiavano idee e alimentavano così la visione dell’altro di come la storia avrebbe dovuto svolgersi. In alcuni punti però la scrittura e la regia hanno reso strade diverse e le due storie benché simili si differenziano.

Non c’è nel film la visione più mistica di Clarke su come un essere superiore possa e riesca a comunicare con noi anche durante archi di tempi lunghissimi in confronto alle nostre brevi vite umane. Kubrick ha strappato via il misticismo di Clarke nella trasposizione cinematografica.  Completamente cancellata la sensazione che David arrivi al punto di essere un tutt’uno con l’universo al punto di diventare parte di quello che chiamiamo DIO e quindi farsi dio.

Vorrei non ci fossero fraintendimenti. 2001 Odissea nella spazio è sempre uno dei miei film preferiti (come, quasi, tutti quelli di Kubrick) ma pre comprendere appieno perchè 2001 Odissea nello spazio si stata definita “la storia perfetta della fantascienza” bisogna leggere il libro.

Vento & Flipper – Haruki Murakami

vento2b25262bflipper2bdi2bharuki2bmurakami2bI primi due racconti scritti da Murakami e mai tradotti e pubblicati fuori dal Giappone per volontà espressa dell’autore. I titoli completi dei due racconti sono per l’esattezza
Ascolta la canzone del vento e Flipper 73. Classico stile con il quale Murakami ci abituerà in tutta la sua produzione. I temi … suoi temi sono tutti già presenti: la solitudine, l’amicizia, le donne, il destino e la ricerca dell’identità.
Si trovano già tutti i personaggi che conosceremo poi in NEL SEGNO DELLA PECORA ..
lo studenti (l’io narrante), il sorcio il Jay Bar.

TERZA DI COPERTINA

Un giorno, a ventinove anni, Murakami Haruki era allo stadio a guardare una partita di baseball quando, osservando la traiettoria della palla finire nel guantone di un giocatore, ha come un’illuminazione: lui, un giorno, diventerà uno scrittore. Tornato a casa, lo racconta lui stesso nell’introduzione inedita di questo volume, sul tavolo della cucina inizia a scrivere un romanzo e poi un altro ancora, nei ritagli di tempo mentre gestisce il suo jazz bar a Tokyo (il famoso «Peter the cat»). I romanzi sono Ascolta la canzone del vento (uscito in Giappone nel 1979) e Flipper, 1973 (arrivato in libreria un anno dopo). Fino a oggi Murakami si era sempre rifiutato di farli uscire dal Giappone, tanto da costringere gli appassionati a versioni non autorizzate in inglese dalla circolazione semiclandestina. Eppure l’universo di Murakami è tutto già presente qui, concentrato in due storie delicate, misteriose, incredibilmente moderne (ai tempi, in patria, furono accolte come romanzi dirompenti, che rivoluzionavano la lingua e l’immaginario della narrativa tradizionale giapponese). Ascolta la canzone del vento è la storia di uno studente che ammazza il tempo al Jay’s Bar – un locale tenuto da un cinese di mezza età – in compagnia del Sorcio, un ragazzo ricco ma profondamente solo e disilluso. I pomeriggi e le serate passano così, bevendo e fumando troppo, ascoltando jazz, confidandosi col vecchio Jay, che fa quasi da fratello maggiore per questi giovani malinconici, già delusi dalla vita. Finché un giorno, nei bagni del locale, il narratore non incontra una ragazza misteriosa. La riporta a casa, scopre che lavora nel vicino negozio di dischi, inizia a frequentarla: ma quando, senza dare spiegazioni, la ragazza cambierà lavoro e sparirà dalla sua vita, il protagonista capirà che fino ad allora era stato lui a confessarsi, a parlare delle sue ferite, di una ex che si è suicidata, senza mai penetrare il mistero di quell’affascinante fanciulla. Flipper, 1973 si svolge qualche anno dopo: il narratore è lo stesso, non è piú uno studente ma lavora in una piccola agenzia di traduzioni e convive con due gemelle arrivate nella sua vita da chissà dove. Ha perso i contatti col Sorcio, che invece passa ancora le sue serate al Jay’s Bar. Insomma, tutto sembra scorrere pacificamente, almeno fino all’arrivo di un misterioso flipper e alla partenza del Sorcio…

I bastardi di Pizzofalcone – De Giovanni Maurizio

newi_bastardi_di_pizzofalcone_di_maurizio_de_giovanniAPPUNTI DISORDINATI DI LETTURA

Sicuramente migliore della serie sul Commissario Ricciardi (almeno a gusto mio).
Piacevole alla lettura, scritto bene, personaggi reali con tutte le debolezze e le difficoltà di qualsiasi uomo/donna, nessun superman a risolvere i casi. Bello da leggere anche se a volte la sensazione del già letto aleggia nell’aria

TERZA DI COPERTINA
Non hanno neanche il tempo di fare conoscenza, i nuovi investigatori del commissariato di Pizzofalcone. Mandati a sostituire altri poliziotti colpevoli di un grave reato, devono subito affrontare un delicato caso di omicidio nell’alta società. Le indagini vengono affidate all’uomo di punta della squadra, l’ispettore Giuseppe Lojacono, siciliano con un passato chiacchierato ma reduce dal successo nella caccia a un misterioso assassino, il Coccodrillo, che per giorni ha precipitato Napoli nel terrore. E mentre Lojacono, assistito dal bizzarro agente scelto Aragona, si sposta tra gli appartamenti sul lungomare e i circoli nautici della città, squassata da una burrasca fuori stagione, i suoi colleghi Romano e Di Nardo cercano di scoprire come mai una giovane, bellissima ragazza non esca mai di casa, e il vecchio Pisanelli insegue la propria ossessione per una serie di suicidi sospetti.

Non è stagione – Antonio Manzini

TERZA DI COPERTINA: C’è un’azione parallela, in questa inchiesta del vicequestore Rocco Schiavone, che affianca la storia principale. È perché il passato dell’ispido poliziotto è segnato d9788838932885a una zona oscura e si ripresenta a ogni richiamo. Come un debito non riscattato. Come una ferita condannata a riaprirsi. E anche quando un’indagine che lo accora gli fa sentire il palpito di una vita salvata, da quel fondo mai scandagliato c’è uno spettro che spunta a ricordargli che a Rocco Schiavone la vita non può sorridere. I Berguet, ricca famiglia di industriali valdostani, hanno un segreto, Rocco Schiavone lo intuisce per caso. Gli sembra di avvertire nei precordi un grido disperato. È scomparsa Chiara Berguet, figlia di famiglia, studentessa molto popolare tra i coetanei. Inizia così per il vicequestore una partita giocata su più tavoli: scoprire cosa si cela dietro la facciata irreprensibile di un ambiente privilegiato, sfidare il tempo in una corsa per la vita, illuminare l’area grigia dove il racket e gli affari si incontrano. Intanto cade la neve ad Aosta, ed è maggio: un fuori stagione che nutre il malumore di Rocco. E come venuta da quell’umor nero, un’ombra lo insegue per colpirlo dove è più doloroso.

APPUNTI DISORDINATI DI LETTURA: «In questa nostra epoca, così caotica, c’è una cosa che, umilmente, ha conservato le virtù classiche: il racconto poliziesco. Non è possibile concepire un racconto poliziesco senza principio, parte centrale e fine. Letto con un certo disdegno ora sta salvando l’ordine in un’epoca di disordine. E questa è una prova meritoria, di cui dobbiamo essergli riconoscenti»  Jorge Louis Borges.
La lettura di questo romanzo è stata una piacevole sorpresa conoscevo Manzini per aver letto anni orsono “La giostra dei Criceti”, ma niente di quello pubblicato per Sellerio. Romanzo melanconico. Un passato che torna a bussare e a ricordarti che esiste e che non lo puoi cancellare. Un passato che richiede un prezzo a volte come in questo romanzo troppo alto da pagare per un uomo. il giallo ? un interessante viaggio in quella zona oscura che collega la criminalità agli affari e i Racket mafiosi alla finanza internazionale.

Il cerchio – Dave Eggers

TERZA DI COPERTINA: “Mio Dio, questo è un paradiso” pensa Mae Holland un assolato lunedì di giugno quando fa il suo ingresso al Cerchio. Mai avrebbe pensato di lavorare in un posto simile: la più influecerchio-eggersnte azienda al mondo nella gestione di informazioni web, un asteroide lanciato nel futuro e pronto a imbarcare migliaia di giovani menti. Mae adora tutto del Cerchio: gli open space avveniristici, le palestre e le piscine distribuite ai piani, la zona riposo con i materassi per chi si trovasse a passare la notte al lavoro, i tavoli da ping pong per scaricare la tensione, le feste organizzate, perfino l’acquario con rarissimi pesci tropicali. Pur di far parte della comunità di eletti del Cerchio, Mae non esita ad acconsentire alla richiesta di rinunciare alla propria privacy per un regime di trasparenza assoluta. “Se non sei trasparente, cos’hai da nascondere?” è uno dei motti aziendali. Cioè, condividere sul web qualsiasi esperienza personale, trasmettere in streaming la propria vita. Nessun problema per Mae, tanto la vita fuori dal Cerchio non è che un miraggio sfocato e privo di fascino. Perlomeno fino a quando un ex collega non la fa riflettere: il progetto di usare i social network per creare un mondo più sano e più sicuro è davvero privo di conseguenze o rende gli esseri umani più esposti e fragili, alla fine più manipolabili? Se crolla la barriera tra pubblico e privato, non crolla forse anche la barriera che ci protegge dai totalitarismi?

APPUNTI DISORDINATI DI LETTURA (NON UNA RECENSIONE):  In alcune recensioni trovate in rete ho trovato scritto che IL CERCHIO sarebbe un libro più angosciante di 1984 di Orwell, più inquietata de IL MONDO NUOVO di Huxley e con paragoni ad altri romanzi del genere, sole che questi romanzi sono stati scritti quando, i fatti narrati, erano immaginabili e non già tangibili nella vita di ognuno di noi.  Tutti siamo coscienti cha la nostra privacy viene LETTERALMENTE VIOLENTATA dalla presenza di telecamere oramai ovunque … installate con la scusa della sicurezza e che ogni apparecchio elettronico (Smartphone, Tablet e Computer) è rintracciabile in qualsiasi momento … Quest’ultimo argomento di un romanzo del 2010 di Paolo Ferrari dal titolo CRIPTOCRAZIA.  Ho trovato la traduzione, in un paio di casi, violentata.  Per esempio quando il padre, malato, di MAE chiede alla figlia di aiutarlo a spostarsi e la chiama “pisello odoroso”  quando forse la trazione più giusta per “sweet pie  in quel caso sarebbe stata tesoro. In un altro caso, sempre MAE … sempre lei, scappa nei meandri del CERCHIO con un uomo sconosciuto ed ad un certo punto lei si chiede come possa fidarsi di quell UOMO CALLIGRAFO.

Dopo quello che ho scritto potrebbe sembrare un libro inutile e da lasciare sullo scaffale della libreria. NO non è proprio così. ANZI 

Questo libro ci deve far riflettere tutti quanti sulla NOSTRA (e non VOSTRA e NON LORO .. MA NOSTRA) smania di condivisione di qualsiasi cosa si faccia

e se mi soffio il naso devo controllare
Quello che ho prodotto, quanti chili pesa
E se c’è del pericolo per l’ascensor.
ELIO E LE STORIE TESE – Nubi di ieri sul nostro domani odierno
a quando un gruppo Instagram su CACCOLE E MOCCIO ?

Oppure questa nostra smania di essere perennemente connessi non sia invece una paura della vita reale ….
occhi sguardi volti mani parti corpi pezzi brani  bocche lingue versi suoni
così umani troppo umani

Virginiana Miller – L’Inferno sono gli altri

La paura di essere toccati, abbracciati, baciati, amati.

Un altro motivo per il quale il libro va letto è che alla fine MAE messa davanti al dilemma di poter scegliere se distruggere il Grande Fratello con poche semplici parole o lasciarlo vivere e impadronirsi delle nostre vite farà la scelta più conveniente per se stessa. Quale sarà lo dovrete scoprire leggendo il libro … ma intanto chiediamoci quante volte ognuno di noi ha approfittato della situazione per ottenere vantaggi o premi che forse non meritava ? Quante volte abbiamo fatto scelte non nell’interesse delle persone che ci stavano intorno ma solo esclusivamente del NOSTRO ?

L’uomo del XXI secolo ha la memoria “corta”

TERZA DI COPERTINA
Non simage_book.phpa come si chiama, né da dove viene. Non ha casa, soldi, memoria. Non gli restano che una ferita d’arma da fuoco a una spalla e un nome tatuato sul palmo della mano: Noah. Febbraio, Berlino. Insieme a Oscar, Noah fa la coda fuori da un asilo per senzatetto. Ma non sa se il suo nome sia davvero Noah, né se lui sia davvero un barbone. Sa di parlare tedesco con un accento strano, e che Oscar – senzatetto vero, fissato con la numerologia e le cospirazioni l’ha trovato agonizzante vicino a dei binari. Ma come recuperare la memoria? Come capire chi è e perché qualcuno ha tentato di ucciderlo? Se Noah potesse prevedere il vortice di eventi in cui lo trascinerà la ricerca del passato, forse rimarrebbe in quella coda. Ma l’istinto – il suo istinto di soldato addestrato, forse di killer – lo spinge ad andare avanti; e nella caccia adrenalinica alla verità Noah scoprirà che a rischiare di morire, insieme a lui, sono milioni di persone in tutto il mondo.

MICRORECENSIONE (Alessandra)
In un possibile 21° secolo, un virus creato appositamente sta decimando la popolazione mondiale e il destino del mondo, così come la diffusione del vaccino che dovrebbe sconfiggerlo, sembra legato al destino di un giovane (Noah)che però non ricorda la propria identità. Il romanzo parte bene, strutturato come un thriller che mette in parallelo l’inchiesta sull’identità di Noah e sul misterioso virus. Ma dopo la soluzione del mistero che riguarda la vera identità del protagonista, il romanzo si avviluppa su se stesso per sfociare in un messaggio circa la distruzione del pianeta ad opera dell’uomo stesso. Il testo è molto ridondante e si dilunga su particolari ad effetto, facendo l’effetto di un kolossal americano. Interessante è però l’immagine di Noah, simbolo dell’uomo odierno che è dilaniato tra bene e male, che soffre di vuoti di memoria che lo fanno andare avanti lacerato tra il bisogno di consumare per vivere e la coscienza che l’Occidente sta sperperando le risorse del pianeta.

Altre letture sparse di questo ultimo periodo

 

Carofiglio scrive bene e scrive belle storie.
Credo che il finale sia il migliore che questa storia
Potesse avere

 

 

  • Shining
  • Di Stephen King

    Dicevano che era un Horror
    a me pare un altra cosa …un bel libro di approfondimento psicologico sul rapporto padre figlio e sulla recursivita generazionale.

 

 

Tragico da tutti i punti di vista.
Da quello del bambino che si e trovato in una famiglia disgraziata.
Da quello della nonna che ha DOVUTO risolvere il problema.
Da parte del padre che non ha avuto la forza di opporsi.
Da parte della madre che in un istinto autolesionista trascina con se il figlio.

di capirne la maestosità … ma l’ho trovato noioso
Ronf ronf ronf … lasciato a metà

 

 

 

 

 

Uccidi il padre – Sandrone Dazieri

9788804611752-uccidi-il-padre-199x300 Sono stato fra i fortunati che a inizio Giugno era alla Sede della Mondadori per la presentazione delle strenne natalizie.
Dazieri racconta che ha deciso a tavolino di passare dalla scrittura di romanzi NOIR al THRILLER.
Una scelta, molto probabilmente, dettata dall’esperienza di autore televisivo (RSI Roma ed altri).
In questo libro tutti gli stereotipi del thriller ci sono tutti non ce ne manca uno:
– Il/uno dei protagonisti affronta la morte … sua o di una persona vicina
– L’antagonista (Il Serial Killer) è inizialmente più forte e intelligente
– La missione è impossibile perchè l’antagonista è uno che non può essere sconfitto
– La presenza di innocenti in un mondo corrotto
– Il protagonista e l’antagonista non combattono a livello fisico ma a livello psicologico
– Il protagonista si trova in una situazione di conflitto interiore che non è capace di risolvere.

Poi non che ci fosse bisogno di questo piccolo elenco della spesa … che è un thriller lo dice la copertina.

Credo che Dazieri non abbia chiuso nella sua penna l’esperienza di scrittore di noir.
Uccidi il Padre è oltrepassare l’autorità e crescere.
Uccidi il Padre è un J’accuse contro chi per stanchezza  si sofferma troppo davanti ad una decisione e poi fa la scelta più comoda. Uccidi il Padre è chi decide di chiudere una pratica il più velocemente possibile, poco importa delle conseguenze.
Uccidi il Padre è anche  chi decide di seguire l’istinto, il cuore e la propria mente indipendentemente dai consigli che non si possono rifiutare.

Mali Minori – Simone Lenzi

indexMICRORECENSIONE:
Per certi versi l’ho trovato molto vicino a “La Vendetta” di Agotha Kristoff.
Come lei “I’Lenzi” usa lo stiletto per lasciare un marchio indelebile sulla pelle

TERZA DI COPERTINA:
Un episodio dell’infanzia ferocemente, teneramente irrimediabile. Un desiderio non esaudito, una piccola ingiustizia, una sconfitta, un malinteso. Di mali minori, di piccole catastrofi infantili, questo è un repertorio tragicomico.

I mali minori non hanno aria da tragedia. Non sono mai, per definizione, niente di irreparabile. Sono i doni sbagliati di Natale, gli esiti di un’informazione parziale o difettosa, i piccoli ma perfidi accanimenti della sfortuna che assumono agli occhi di un bambino la valenza di un disastro. Scaturiscono da un’incomprensione degli adulti che sembra mettere a rischio il senso stesso del mondo. Oppure da un’incapacità dei bambini a corrispondere alle aspettative degli altri, che li porta a conoscere per la prima volta quell’inadeguatezza contro cui si troveranno a lottare per tutta la vita. Oppure infine da quella cospirazione di cose che porta talvolta a interpretare gli eventi come un teatro, dove a reggere le sorti dei personaggi più inermi interviene spesso una mano dispettosa. Viene in mente la parabola del piccolo Carlo Emilio Gadda che, forzando per una volta l’avarizia dei genitori, riuscì finalmente a farsi comprare un gelato, che per colpa di un piccione non mangiò mai. Certo, col tempo il male minore smette di far soffrire. Resta, però, di lui un qualche noioso prurito dell’anima. Proprio come quando, d’estate, si aggiunge all’opprimente calura la noia di una zanzara.

L’incolore Tazaki Tsukuru ei suoi anni di pellegrinaggio – Murakami Haruki

lincolore_tsukuro  MICRORECENSIONE: Un libro sul dolore del rifiuto, dell’abbandono e della inquitudine che si crea nei rifiutati.

PLAYLIST:

TERZA DI COPERTINA:
A Nagoya abitano cinque ragazzi, tre maschi e due femmine, che tra i sedici e i vent’anni vivono la più perfetta e pura delle amicizie. Almeno fino al secondo anno di università, quando uno di loro, Tazaki Tsukuru, riceve una telefonata dagli altri: non deve più cercarli. Da quel giorno, senza nessuna spiegazione, non li vedrà mai più: non ci saranno mai più ore e ore passate a parlare di tutto e a confidarsi ogni cosa, mai più pomeriggi ad ascoltare la splendida Shiro suonare Liszt, mai più Tsukuru avrà qualcuno di cui potersi fidare. Il dolore è cosi lacerante che nel cuore del ragazzo si spalanca un abisso che solo il desiderio di morire è in grado di colmare. Dopo sei mesi trascorsi praticamente senza mangiare né uscire di casa, nelle tenebre di un’infelicità senza desideri, Tzukuru torna faticosamente alla vita ma scopre di essere cambiato. Non solo nel fisico – più magro, dai lineamenti più duri e taglienti – ma anche, soprattutto, nell’animo. Ancora oggi, quando ormai ha trentasei anni, continua a vivere con l’ombra di quel rifiuto che lo accompagna sempre, come una musica che resta sospesa nell’aria anche quando non c’è più nessuno a suonarla. L’incontro con Sara, che intuisce l’inquietudine nascosta dietro l’apparente ordinarietà di Tsukuru, sarà l’occasione per rispondere a quelle domande che per sedici anni l’hanno ossessionato ma che non ha mai avuto il coraggio di affrontare.