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Altai

Di fronte a un deserto, un fiume ha due scelte: gettarsi con la foga tra le sabbie, determinato ad attraversarle e irrigarle, con il rischio di seccarsi e spegnerai per sempre, oppure evaporare e diventare nuvola, per volare sopra il deserto e, piovendo sulle montagne tornare fiume
Donna Gracia – Altai –

[LIBRO] Cani neri – Ian McEwan

La verità è che ci amiamo, non abbiamo mai smesso,per noi è un’ossessione.Solo che abbiamo fallito in un punto. Non siamo riusciti a vivere. Non abbiamo saputo mettere da parte l’amore, ma nemmeno piegarci al suo potere. 

Un altro libro di McEwan sulle persone che si amano, ma che in qualche modo non riescono a stare insieme.

Qui le coppia di amanti inizia il matrimonio con un atteggiamento idealista, due comunisti britannici con l’ambizione di cambiare il mondo.
Il marito rimane politicamente attivo, dedito a varie cause anche dopo aver abbandonato il comunismo.
La moglie ha un’esperienza con dei cani neri durante la luna di miele, che la porta alla ricerca della verità spirituale.
I cani neri e altre scene di pericolo aggiungono un inaspettato elemento di orrore. Le convinzioni divergenti della coppia è credibile e triste.

Mi piacciono gli argomenti teologico/politico.
Mi è piaciuto vedere queste due mentalità confrontarsi nel corso del libro.

“In vita mia ho scoperto soltanto questo: che il cambiamento è possibile, realizzabile. Senza una rivoluzione interiore, per quanto lenta, tutti i nostri grandi progetti non hanno alcun senso. Se davvero desideriamo essere in pace gli uni con gli altri è su noi stessi che dobbiamo agire. Non sto dicendo che succederà. E’ molto probabile il contrario. Dico solo che è la nostra unica speranza.”

Tutto ciò crea un mix sorprendente. Un po’ di romanticismo, un po’ di orrore, intrighi politici, teologia.
Non sono sorpreso che McEwan sia riuscito ad inserire “tanta roba” in cosi poche pagine.

“Stai pensando che sono una svitata, lo vedo, ma non fa niente. Io so che è così. La natura umana, il cuore, lo spirito, l’anima dell’uomo, la sua stessa coscienza-chiamala come ti pare- alla fine sono le sole realtà sulle quali c’è dato di lavorare. Devono crescere, espandersi, altrimenti la nostra infelicità non diminuirà mai. In vita mia ho scoperto soltanto questo: che il cambiamento è possibile, realizzabile. Senza una rivoluzione interiore, per quanto lenta, tutti i nostri grandi progetti non hanno alcun senso. Se davvero desideriamo essere in pace gli uni con gli altri, è su noi stessi che dobbiamo agire. Non sto dicendo che succederà.E’ molto più probabile il contrario. Dico solo che è la nostra unica speranza. Se dovesse verificarsi, e potrebbero volerci intere generazioni, il bene che ne verrebbe sarebbe in grado di plasmare il mondo in modo imprevedibile, sottraendolo al controllo di qualunque popolo o ideologia…”



TERZA DI COPERTINA

Jeremy ha perso entrambi i genitori a otto anni. Da allora è andato sempre alla ricerca di una famiglia ideale, distante da quanto era rimasto della sua: una sorella sbandata legata a un uomo violento, con una figlia destinata a seguire la sua strada. La cerca prima nelle famiglie dei compagni di scuola, membri della colta borghesia inglese. E pensa poi di averla trovata negli affascinanti genitori della moglie. Eppure anche nel loro passato c’è un buco nero che li ha segnati nel profondo per tutta la vita. McEwan scava con la sua precisione da chirurgo nelle vene aperte dell’Europa, per mostrarci le sue speranze, le sue illusioni e i suoi orrori. Una storia di uomini qualunque, capace di rivelare il cuore oscuro di un secolo

La paziente silenziosa – Alex Michaelides

TRAMA
Arriva una chiamata di emergenza alla polizia, spari nella casa vicina.
Quando arriva la polizia, trova una giovane donna sconvolta, suo marito legato a una sedia accanto a lei, uccisa. Gli agenti di polizia hanno un quadro chiaro. La moglie ha sparato a suo marito, ma Alicia tace su ciò che è realmente accaduto. Per anni. Lo psichiatra Theo Faber si assume la responsabilità di far parlare Alicia e di scoprire la verità

MICRO RECENSIONE

Alicia è colpevole o no? Se è così, perché l’ha fatto?
Questa domanda rimane nella testa fino alla fine.
La tensione inizialmente molto superficiale e si accumula lentamente fino ad esplodere, non ci si annoia durante la lettura

Un tipologia molto speciale di thriller psicologico che ti lascia eccitato e perplesso. Accattivante, emozionante e imprevedibile.
Una chiara raccomandazione di lettura!

Frattura – Andrés Neumann

MICRORECENSIONE

Il romanzo “Frattura” racconta la storia di Yoshie Watanabe, un sopravvissuto alla bomba atomica di Hiroshima dove perse suo padre, e di Nagasaki dove viveva il resto della sua famiglia.
La recente emergenza nucleare creata dallo tsunami nella centrale di Fukushima fa rivivere le ferite del passato a Watanabe e segna l’inizio del suo viaggio di ritorno dopo una lunga vita in vari paesi.
La storia è raccontata dallo sguardo di quattro donne che lo amavano, una giornalista argentina, in cerca di un reportage, e dalle riflessioni stesse del protagonista che descrivono la vita di un uomo vissuto nello sradicamento, unito alla vita dell’eterno straniero senza molte aspettative o sogni, un solitario determinato a ricostruire la sua vita, passare inosservato, sopravvivere e dimenticare.

KINTSURI

Neuman cita la tradizionale arte giapponese di ricostruire ceramiche rotte con polvere d’oro nelle sue crepe. Queste fratture vengono esposte e diventano parte della bellezza dell’oggetto. Una bella metafora che ci avvicina al protagonista del suo romanzo.

Mi è piaciuta la struttura del lavoro e credo che lo sguardo delle donne che lo hanno amato sia un successo che ci porti in ogni cultura a cui Watanabe ha dovuto adattarsi e le circostanze di ogni periodo della sua vita. Violet a Parigi, Lorrie a New York, Mariela a Buenos Aires e infine Carmen a Madrid. Tutti hanno una prospettiva simile su Watanabe e certe affinità reciproche. Le sue storie completano il quadro della vita di un uomo “distrutto” che è riuscito a riprendersi dalla tragedia vivendo il quotidiano nel miglior modo possibile senza aspettarsi un lieto fine.

La storia è interessante e la prosa ben fatta.

TERZA DI COPERTINA

Yoshie Watanabe è vivo. È merito del caso, che da bambino lo ha fatto sopravvivere all’esplosione di Hiroshima; o della sua tenacia, che gli ha permesso di restare in piedi per decenni, nonostante le cicatrici. E per fuggire da quelle piú dolorose, quelle che non si vedono, Yoshie lascia il Giappone quando è ancora un ragazzo. Nessuna città e nessun amore, però, possono guarire le fratture dell’anima. Frattura è la storia di Yoshie, delle donne che lo hanno amato, di un secolo ferito, di un mondo lacerato; ma è anche e soprattutto un canto di resilienza in grado di illuminare la bellezza trascurata delle cose rotte

[LIBRO] anatra all’ arancia meccanica – wu ming


L’ufficio di un produttore cinematografico romano. Una città sull’orlo di una guerra tra «animali A» e «animali Z». Il deposito di monete di un papero milionario. Una Milano «culturale» affollata di guitti e fantasmi. Una porcilaia industriale padana.Un combattimento tra galli a Manila. La capitale americana del Parmigiano. Una clinica in collina. Un appartamento bolognese invaso dai piccioni. Un autogrill alla fine della nostra civiltà. Buon inizio di millennio.Anatra all’arancia meccanica è una selezione dei racconti di Wu Ming dal 2000 a oggi. Alcuni erano sparsi per riviste e antologie, altri disponibili soltanto in rete, altri ancora totalmente inediti. Si va dal comico-grottesco al tragico, dal moderno picaresco al futuribile distopico. Di pagina in pagina, prende forma un bollettino eclettico ma coerente di quanto successo in Italia e nel mondo negli ultimi dieci anni, dal G8 di Genova alla distruzione di New Orleans passando per l’11 settembre e le guerre in Iraq e Afghanistan. L’obliqua biografia di un decennio che ha avuto il culto dell’unanimità, ha fuggito l’eresia, ha sognato il trionfo del facile. In questi Anni Zero, paralleli eppure convergenti, si muovono il detective Topo Lino e il ribelle Anatrino, i trecento boscaioli dell’Imperatore, gli avventurieri Erben & Flynn, l’agente letterario Cienfuegos, Momodou e il suo carnefice Tajani, l’eroe dei due mondi Adalberto Rizzi, la zecca Argas Reflexus, il «Primus Habens» e la Veggente del Cantagallo.

Il treno dei bambini – Viola Ardone

Amerigo cammina per le vie di Napoli dietro la madre Antonietta, donna di poche parole («le chiacchiere non sono arte sua»), spiando le scarpe della gente. È il suo gioco preferito: scarpa sana, punto vinto, scarpa rotta, punto perso. Le sue, di scarpe, lo fanno camminare un po’ storto, perché sono di seconda mano, e mai del numero giusto. Il padre non ce l’ha, è partito per l’America a cercar fortuna, ma in compenso nel vicolo ha molti amici. Tutti lo conoscono e lo chiamano Nobèl, perché parla tanto e sa un sacco di cose, dato che ascolta le storie di chiunque. Un giorno, però, Amerigo deve lasciare il vicolo e soprattutto la madre. È il 1946 e, come migliaia di altri bambini del Sud, sale su uno dei treni che attraversano l’intera penisola per andare a trascorrere un anno in una famiglia del Nord. Il Partito Comunista ha creato una rete di solidarietà per strappare i piccoli alla miseria delle zone più devastate dall’ultima guerra. Prima smarrito e nostalgico, poi sempre più curioso, a Modena Amerigo si affeziona alla nuova famiglia e, attraverso il «papà del Nord», scopre pure un talento per la musica. Sarà proprio questo, al suo ritorno a Napoli, a segnare il distacco doloroso da Antonietta, che non riesce più a capirlo. Fino a quando, cinquant’anni dopo, lui non tenta di ricomporre quella lacerazione, anche se è ormai troppo tardi.

Allah SUPERSTAR – yassir benmiloud

Un romanzo che mette a nudo la falsa coscienza dei fondamentalismi religiosi e, uno su tutti, il fondamentalismo fintamente democratico dei media. Una storia dove precipitano tutte assieme le chiacchere degli integralisti islamici e degli Imam, il senso di superiorità degli intellettuali, il voyeurismo morboso di chi assiste allo scontro tra Oriente e Occidente come se fosse uno spettacolo televisivo e l’ingordigia dei media che tutto fagocitano in un gigantesco talk-show globale. Al centro della storia, un giovane immigrato algerino in Francia che, nella sua lingua sgrammaticata e colorita, si mette in testa di diventare una celebrità. Decide di diventare un comico-kamikaze

LA SOSTANZA del male – luca d’andrea

Ho conosciuto Luca D’Andrea durante una presentazione fatta per i librai Mondadori a Milano. 
Di lui mi piacque subito come si presentò. 
Scrivo thriller, scrivo romanzi che si leggono sotto l’ombrellone d’estate non scrivo romanzi che vinceranno il nobel. Però sono nato e ho vissuto in una terra complicata. L’Alto Adige o Sud Tirol, a seconda da che parte state, e questo non posso dimenticarlo mentre scrivo i miei libri. Una terra piena di bellezze paesaggistiche ma dove ancora esistono le scuole divise a seconda di come ti definisci (italiano o tedesco) e questo non lo posso non raccontare. 

Fatta questa piccola presentazione, in effetti più lunga degli appunti di lettura stessi, passiamo a le mie due righe sul libro.

Un libro dove il personaggio principale, un autore di trasmissioni televisive, per risolvere un caso deve scendere fin nelle viscere della terra, Bletterbach in Sud Tirolo, per risolvere il problema. 
Dovrà contemparenamente scendere nelle viscere del suo essere per ritrovare e risolversi.

Durante la lettura mi sono tornati in mente due libri che ho letto in questi ultimi anni … 

Quando fa riferimento “ALLE LEGGI DEI PADRI” e al modo di risolvere i problemi in una piccola e povera comunità chiusa fra le montagne dolomitiche mi ha riportato alla mente IL VIAGGIO DEGLI INGANNI di Salvatore Niffoi per come appunto descrivela vie i suoi rituali immortali. 

L’altro libro che mi ha fatto venire in mente, ma non racconto il perchè, per evitare di spoilerare (se l’autore vuole lo spiego in privato) è con LA DONNA DELLA LUNA di Matteo Severgnini (ma credo che lui capirà a quale parte del suo libro mi riferisco)

TERZA DI COPERTINA 
Nel 1985 Kurt Schaltzmann, Markus Baumgartner e sua sorella Evi vengono uccisi nel Bletterbach, una gigantesca gola nei cui fossili si può leggere la terribile storia del mondo. I loro cadaveri sono rinvenuti mutilati a tal punto da far dubitare che sia stato un essere umano a compiere un simile scempio. A distanza di trent’anni Jeremiah Salinger, un autore statunitense di documentari che ha sposato una donna del luogo, scopre la vicenda e ne viene risucchiato. Tutti, a Siebenhoch, gli consigliano in modo più o meno minaccioso di lasciar perdere. Anche suo suocero Werner, uno degli uomini che hanno hanno ritrovato i corpi dei tre ragazzi; anche sua moglie Annelise. È come se quel fatto di sangue avesse portato con sé una maledizione. Come se nel Bletterbach si fosse risvegliato qualcosa di spaventoso che si credeva scomparso, qualcosa di antico come la Terra stessa.

Amsterdam – Mc Ewan

Un libro sui dilemmi  etici o morali che dir si voglia. Il titolo fa riferimento alla capitale olandese dove, fra le altre cose, il suicidio assistito è legale. Immaginate adesso che il vostro miglior amico vi chiedesse di accompagnarlo …. ad Amsterdam.

Il libro inizia con un funerale. Muore una donna bellissima e giovane. Moglie di uno dei quattro principali personaggi del libro e amante degli altri tre. Nel gruppo dei quattro amici ci sono un musicista, un direttore di giornale e un politico.

Immagina il dilemma del direttore di giornale a dover dare la notizia che l’amico politico (Ministro degli esteri, di destra, con valori come casa e famiglia, anti-immigrati, anti-EU) si trovasse coinvolto in uno scandalo sessuale.

Immaginati di intravedere, durante una escursione in montagna, una lite fra un uomo e una donna e non fare niente (perché troppo preso dalla scrittura di opera che ti è stata commissionata dalla Comunità Europea).. e leggere alcuni giorni dopo  che quel giorno, in quel luogo una donna è stata stuprata.

Mc Ewan ci mette di fronte alle conseguenze delle nostre scelte e come sapremo convivere con le nostre coscienze.

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La Deposizione – Pascale Robert-Diard

Anni fa avevo letto il libro di Sortino, sempre pubblicato da Einaudi, sulla ricorstruzione di un fatto di cronaca accaduto in Austria. Appena mi è capitato sotto mano questo libro mi ha subito incuriosito. Un processo lungo 40 anni. Una famiglia che passa attraverso prove difficili fino alla dissoluzione più totale e un altra che non saprà mai dove è finita la figlia.

Poi ho letto questa recensione e non ho avuto più dubbi. Dovevo leggerlo. L’ho fatto.
Non vi racconto niente le mie parole sarebbero niente rispetto a quelle di Giuseppe Genna (leggete lui questa volta) … e poi prendete il libro.

Schermata 2018-02-25 alle 18.33.01TERZA DI COPERTINA

Questa è la storia vera di un assassino che non ha soltanto ucciso la sua giovane amante, ma ha costretto al silenzio la sua famiglia con una personalità manipolatrice e diabolica. Ed è la storia di un figlio che ha trovato la forza di ribellarsi al padre seducente e mostruoso, perché «il segreto uccide più della verità». Un lunedì di primavera, 7 aprile 2014, un’aula di corte d’assise nel tribunale di Rennes, Francia. Si processa un uomo, Maurice Agnelet, accusato di aver ucciso la giovane amante, Agnès Le Roux, quasi quarant’anni prima, a Nizza. La vittima proveniva da una famiglia molto in vista, proprietaria di un casinò sulla Promenade des Anglais. Il cadavere della donna non è mai stato ritrovato, rendendo il lavoro dell’accusa, dopo tre processi, ancora più difficile. Agnelet si è sempre professato innocente, e la sua famiglia, moglie e due figli ormai adulti, non ha mai smesso di sostenerlo nella sua battaglia. Pascale Robert-Diard segue il processo per il suo giornale, solo un drappello di cronisti irriducibili assiste alle battute conclusive. Appassionati al caso mai risolto, affascinati dalla figura manipolatrice e quasi diabolica dell’imputato, ma anche dall’atmosfera magica della Costa Azzurra che rivive nelle testimonianze, e dallo «sfondo di pantaloni a zampa d’elefante, sciarpe lavorate ai ferri e khol sugli occhi» dei lontani anni Settanta. È a questo punto che il caso di cronaca nera di quarant’anni prima acquista la cadenza solenne e l’impellente necessità dell’antica tragedia. Uno dei figli di Agnelet, Guillaume, sale sul banco dei testimoni e accusa il padre di omicidio, rivelando di sapere da anni della sua colpevolezza, confessando di aver testimoniato il falso in passato. Accettando il confronto con la madre e il fratello, che continuano a difendere l’assassino. Affermando che «il segreto uccide più della verità». Una deposizione che per Guillaume ha diversi significati, quanti quelli della parola stessa: testimonianza, liberazione da un peso, ma anche «rimozione di qualcuno dall’esercizio di un potere». Come se il figlio avesse compiuto la sua rivoluzione contro il padre.