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I delitti di Livorno – Diego Collaveri

Botteghi sta vivendo una profonda crisi autodistruttiva. Il rimorso per la morte della moglie e la paura che a causa sua altre persone care possano subire la stessa sorte, lo stanno consumando al punto di recidere qualsiasi legame. Quando però una donna lo supplica di indagare sulla morte apparentemente casuale del suo amante, venuto in possesso di un diario segreto appartenuto a Gustavo Corridi, il commissario non riuscirà a resistere e verrà risucchiato in una nuova indagine, legata al misterioso e irrisolto delitto del vecchio barone avvenuto secoli prima. Scoperto un elaborato enigma creato da cinque personaggi vicini a Corridi, allo scopo di proteggere una sua favolosa scoperta, il commissario dovrà fare i conti con chi ancora oggi è disposto a uccidere pur di mettere le mani sull’antico segreto del barone. In una frenetica corsa contro l’assassino, alla ricerca di indizi sparsi tra monumenti e ville storiche di Livorno, Botteghi dovrà anche fare i conti con i suoi tormenti, per ritrovare una propria dimensione; sarà disposto a scendere a patti con la parte più oscura della sua anima pur di riuscirci?

I bastardi vanno all’inferno – Frédéric Dard

I francesi fanno il ‘noir’ meglio di chiunque altro, e Dard non è nuovo per me e si unisce a quegli altri grandi autori come Georges Simenon e Jean-Patrick Manchette..

La storia è quella di due evasi, Frank e Hal, entrambi in prigione per omicidio. Hanno un rapporto violento, di amore e odio, e sebbene siano buoni amici nessuno dei due crede all’altro quando raccontano per cosa sono in prigione. Gran parte dell’azione si svolge con loro in fuga. È una lettura veloce con un pochi personaggi, i due fuggitivi più un terzo che arriverà alla fine, ognuno dei quali è descritto in maniera quesi perfetta.

Avrebbe potuto essere molto meglio se il prologo fosse stato saltato. L’ impostazione della storia, racconta del poliziotto che cerca di catturare la sua spia e di andare sotto copertura. Senza questo, ci sarebbe stato IL colpo di scena quando la relazione tra i due viene rivelata verso la fine della storia.

Il lungo addio – Raymond Chandler

Bella l’atmosfera di questo romanzo di Chandler con l’investigatore privato Marlowe. Molto meditativo e centrato sull’alienazione non solo dei ricchi possidenti, ma anche dai problemi con l’Alcool.
Infatti nonostante i problemi con l’Alcool di tutti i suoi personaggi principali e dello stesso Chandler, ha un modo meraviglioso di raccontare il fascino che Marlowe ha nel bere insieme a Lennox

La prosa di Chandler ha un piacere, quasi perverso, per catturare gli atteggiamenti della classe agiate e sul potere che il denaro da loro

Un ricco uomo di affari ha la sua formula per il successo

L’atteggiamento disincantato di Marlowe nei confronti della giustizia e ben espresso in queste righe

Chandler sembra divertirsi con le frustrazioni dei poliziotti.


Attraverso questo racconto nasce il Detectivo cinico ma di buon cuore che si sforza di combattere i mali della società dalla corruzione alla avidità.
Chandler però mette in mostra l’elemento tragico dell’impotenza contro il consumismo e l’egoismo della società americana degli anni 50.

Altamann nela versione cinematografica del 1973 ha evidenziato gli elementi caotici di questa prospettiva ed ha dato a Marlowe un aspetto molto simile a Don Chisciotte e alla sua lotto contro i mulini a vento


Blackout – Gianluca Morozzi

Terza di copertina

Guanda

Un torrido ferragosto a Bologna. Per un blackout tre persone si trovano chiusein un ascensore: Claudia, studentessa omosessuale che per finanziarsi glistudi fa la cameriera in una tavola calda; Tomas, residente in quelcondominio; Ferro, proprietario di una discoteca, efferato serial killer.Ferro non abita in quel condominio, ma vi ha un pied-à-terre che usa perseviziare e torturare le sue vittime. E in quella afosa giornata, Ferro stavaproprio raggiungendo una sua vittima, precedentemente incatenata a una sedia.Nessuno dei tre riesce a comunicare con l’esterno, il condominio è deserto peril ferragosto e le loro grida rimbombano nel vuoto. I pochi metri che i tredevono dividersi diventano sempre più angusti, l’aria irrespirabile

La mia micro recensione

Blackout è una storia incentrata su tre personaggi molto diversi fra di loro e bloccati in un ascensore in una tranquilla domenica festiva.
Questo di per sé è piuttosto insignificante, quindi Morozzi aumenta la posta in gioco, inserendo un serial killer malvagio e intelligente.
Aggiungiamo una ragazza, una cameriera, in abbigliamento allettante, che potrebbe diventare la vittima perfeetta
Morozzi disegna abilmente i personaggi e presenta un ambiente claustrofobico e inquietante.
È una lettura breve, piacevole e talvolta scioccante.

[noir]l’isola delle anime – piergiorgio pulixi

TERZA DI COPERTINA

nero Rzzoli


Li chiamano cold case. Sono le inchieste senza soluzione, il veleno che corrompe il cuore e offusca la mente dei migliori detective. Quando vengono confinate alla sezione Delitti insoluti della questura di Cagliari, le ispettrici Mara Rais ed Eva Croce ancora non lo sanno quanto può essere crudele un’ossessione. In compenso hanno imparato quant’è dura la vita. Mara non dimentica l’ingiustizia subita, che le è costata il trasferimento punitivo. Eva, invece, vuole solo dimenticare la tragedia che l’ha spinta a lasciare Milano e a imbarcarsi per la Sardegna con un biglietto di sola andata. Separate dal muro della reciproca diffidenza, le sbirre formano una miscela esplosiva, in cui l’irruenza e il ruvido istinto di Rais cozzano con l’acume e il dolente riserbo di Croce. Relegate in archivio, le due finiscono in bilico sul filo del tempo, sospese tra un presente claustrofobico e i crimini di un passato lontano. Così iniziano a indagare sui misteriosi omicidi di giovani donne, commessi parecchi anni prima in alcuni antichi siti nuragici dell’isola. Ma la pista fredda diventa all’improvviso rovente. Il killer è tornato a colpire. Eva e Mara dovranno misurarsi con i rituali di una remota, selvaggia religione e ingaggiare un duello mortale con i propri demoni. Interrogando il silenzio inscalfibile che avvolge la sua Sardegna, Piergiorgio Pulixi spinge il noir oltre se stesso, svela le debolezze della ragione inquirente in un mondo irredimibile, in cui perfino la ricerca della verità si trasforma in una colpa.

MICRORECENSION


Considero Piergiorgio Pulixi una delle voci più interessanti e meritevoli nel panorama letterario italiano e trovo sempre interessanti i suoi scritti. In questo libro il personaggio principale è la Sardegna e che ci avvicina e ci fa incuriosire alla storia di questa regione, alle usanze, ai miti e ai riti millenari che ancora convivono con la modernità

LEGGI UN ESTRATTO DEL LIBRO

i libri da leggere assolutamente (noir)

CASINO TOTALE – J.C. IZZO

Il romanzo noir francese è sicuramente il padre del genere Hard-boiled europeo e dell cosidetto NOIR MEDITERRANEO.

È vero, come dice il suo editore italiano che lo pubblicato non solo nel nostro paese ma anche in lingua inglese, che:
In origine c’è la Bibbia, il primo libro nato sulle rive del Mar Mediterraneo, la prima grande raccolta di storie di crimini e violenze. Fin dal suo inizio, con l’omicidio di Abele da parte di Caino, il Libro dei libri dice che la storia di questo mare, di questo spazio, si sviluppa sotto il segno della violenza. Violenza fratricida, sopraffazione, saccheggio. Il crimine esiste, i suoi motivi sono tanti e risiedono nell’animo dell’uomo. S’inizia subito con un omicidio, ne seguiranno tanti, la storia del Mediterraneo è nera, come l’anima di Caino. 
Seguono l’Iliade e l’Odissea, due altre straordinarie antologie noir, repertori dei crimini più vari e atroci.

Mi piacciono i libri dove i crimini di “Razza, sesso e religioni” non vengono nascosti sotto i tappeti come la polvere in salotto, ma diventano il motivo per sbatterci in faccia la realtà e creare discussioni e confronti anche aspri.
Allora cosa meglio di Marsiglia per ambientare quello che diventerà il capostipite di tutti i noir mediterranei ?
Una città dove il Melting Pot di razze è forse secondo solo a Nova York

Gente dura, buon cibo, grandi personaggi e grandi panorami nei quali J.C. Izzo inserisce la sua storia di amicizia fra Ugo, Manu e Fabio per raccontarci la grande questione CONTEMPORANEA del razzismo istituzionalizzato delle periferie sconsascrate e del crimine che nasce da decadentismo morale.

 Immigrati, esiliati, tutti sbarcavano, un giorno o l’altro, in uno di questi vicoli. Con le tasche vuote e il cuore pieno di speranze. 
Pag. 17

 La sensualità delle vite disperate. Solo i poeti possono parlare così. Ma la poesia non ha mai dato risposte. Testimonia, e basta. La disperazione. E le vite disperate. 
Pag. 133

 Questa era la storia di Marsiglia. La sua eternità. Un’utopia. L’unica utopia del mondo. Un luogo dove chiunque, di qualsiasi colore, poteva scendere da una barca o da un treno, con la valigia in mano, senza un soldo in tasca, e mescolarsi al valigia in mano, senza un soldo in tasca, e mescolarsi al flusso degli altri. Una città dove, appena posato il piede a terra, quella persona poteva dire: ‘Ci sono. E’ casa mia’. Marsiglia appartiene a chi ci vive.  
Pag. 182

 Fuori, ci sarebbe stato sempre odore di marcio e né io né nessun altro potevamo farci niente. Si chiamava vita, quel cocktail di odio e amore, di forza e debolezza, di violenza e passività. E mi aspettava. 
Pag. 217

Milano non ha memoria Il commissario Lorenzi indaga a Lambrate – Gino Marchitelli

Partiamo dal presupposto che questo è il quarto libro della serie ma che per quanto mi riguarda è il primo che leggo e che quindi mi sono perso tutta l’evoluzione dei personaggi. Un libro che mi è piaciuto perché ci racconta un Italia che esiste, ma che spesso viene nascosta o narrata in maniera molto diversa …
L’Italia dei giudici corrotti, l’Italia dei servizi segreti deviati ma anche i guasti della esasperata campagna stampa contro chi viene in Italia per trovare una nuova vita o una speranza di vita (proprio come facevano i nostri antenati emigrando).

Ricordo sempre a tutti la lettura di un CAPOLAVORO del genere che è QUANDO GLI ALBANESI ERAVAMO NOI di Gianluigi Stella (si all’epoca l’odio era contro gli albanesi … i romeni e i neri erano ancora a venire)

L’odio alimentato dalla percezione del pericolo del pericolo indotto da campagne stampe e da politici che ne hanno fatto una bandiera (iniziando dai terroni passando per gli albanesi i rumeni gli africani e gli arabi con il frammento durato poco di DE-TOSCANIZZARE l’italia).

Una Milano che dimentica … ma non è solo Milano a dimenticare è un problema nazionale e la conferma lo ho avuta nella lettura del libro che ho fatto dopo di Christian Raimo “HO 16 ANNI E SONO FASCISTA”

Una cosa che non mi è piaciuta di questo, ma anche di altri gialli/noir, sono le prestazioni olimpioniche nella specialista SESSO SELVAGGIO di ogni commissario …..
IRONIC MODE ON
Fosse così nella realtà basterebbe mettere Trentalance e Rocco Siffredi uno a capo della polizia e uno dei Carabinieri e saremo la nazione con la criminalità più bassa del mondo
IRONIC MODE OFF

Se vi ho incuriosito e volete conoscere Gino il 31 Marzo sarà gradito ospite presso la Libreria Mondadori di Ferrara

QUI LA PLAYLIST CONSIGLIATA DALL’AUTORE

 

Ninfee Nere – Michel Bussi

cover_9788866327769_1635_600APPUNTI DISORDINATI DI LETTURA
Un romanzo che gioca con il lettore, spostando la visuale all’improvviso e facendoti perdere ogni sicurezza. Un romanzo  … che inizia così:

“Tre donne vivevano in un paesino.
La prima era cattiva,
la seconda bugiarda
e la terza egoista.

Sono le tre donne,ognuna dal proprio punto di vista, a raccontare la storia, coadiuvate anche dall’ispettore. Leggere questo libro è come addentrarsi in una di quelle giostre da luna park piena di specchi nei quali è difficile capire se l’immagine che vedi è quella di una persona reale o solo il riflesso. Si arriva, almeno a me è successo cosi, agli ultimi capitoli con la sensazione di aver capito tutto,  infastiditi dalla scoperta di non aver capito niente e presi in giro perché guardando bene, probabilmente, all’inizio c’era già scritto tutto.

TERZA DI COPERTINA
A Giverny in Normandia, il villaggio dove ha vissuto e dipinto il grande pittore impressionista Claude Monet, una serie di omicidi rompe la calma della località turistica. L’indagine dell’ispettore Sérénac ci conduce a contatto con tre donne. La prima, Fanette, ha 11 anni ed è appassionata di pittura. La seconda, Stéphanie, è la seducente maestra del villaggio, mentre la terza è una vecchia acida che spia i segreti dei suoi concittadini da una torre. Al centro della storia una passione devastante attorno alla quale girano le tele rubate o perse di Monet (tra le quali le Ninfee nere che l’artista avrebbe dipinto prima di morire). Rubate o perse come le illusioni quando passato e presente si confondono e giovinezza e morte sfidano il tempo.

I diabolici – Boileau e Narcejac

_i-diabolici-1423583233I bei gialli di una volta verrebbe da esclamare dopo aver terminato questo.
Boileau e Narcejac sono gli stessi autori che hanno scritto per Hitchcock la sceneggiatura de “La donna che visse due volte”.

Sembra il solito triangolo amoroso come in tante altre storie raccontante in tanti altri libri, ma … qui le figure di vittima e carnefice spesso si confondono e ribaltano e nel frattempo  “Mirelle sta stirando un paio di mutande”

 

TERZA DI COPERTINA
«Una sorta di interminabile attacco di cuore»: così è stato definito I diabolici, che – unanimemente considerato un classico della letteratura noir – non ha perso un grammo del suo torbido fascino. Nei Diabolici compaiono per la prima volta alcuni dei marchi di fabbrica della sterminata, formidabile produzione di Boileau e Narcejac: lo schema triangolare, l’am­bienta­zio­ne provinciale e piccoloborghese, il motivo del colpevole tormentato dal rimorso e dalla paura, la contiguità fra innocenza e colpa; e soprattutto l’inversione dei ruo­li: in un’autentica spirale di orrore, l’as­sassino si trasforma in una vittima braccata da «colei che non c’è più» – la donna che sa di aver ucciso.