Ultimamente vedo spesso in TV una pubblicità di tanti anni fa. Quella della Crodino e del Gorilla che invita a restare umani.
Poi ascolto la radio e sento che a Treviso nello spogliatoio della Benetton Rugby i giocatori si sono scambiati i regali di Natale. Peccato che Cherif Traorè nel suo pacchetto abbia trovato due banane marce
Poi leggendo su Facebook scopro che in questi giorni il giocatore francese dei PSG Kylian Mbappé è stato vittima di una shitstorm perché la fidanzata Ines Rau è transgender.
1935: inizia la guerra d’Etiopia. Il regime fascista volle cementare il consenso avviando un’ampia campagna militare contro l’Impero d’Etiopia, inviando uomini e mezzi a condurre una guerra in linea con le proprie esigenze di propaganda. L’obiettivo a lungo termine era orientare l’immigrazione verso una nuova colonia, amministrata con un regime di apartheid e basata su una rigorosa separazione razziale.
In una cittadina del “profondo” Sud degli Stati Uniti l’onesto avvocato Atticus Finch è incaricato della difesa d’ufficio di un “negro” accusato di violenza carnale; riuscirà a dimostrarne l’innocenza, ma l’uomo sarà ugualmente condannato a morte. La vicenda, che è solo l’episodio centrale del romanzo, è raccontata dalla piccola Scout, la figlia di Atticus, un Huckleberry in gonnella, che scandalizza le signore con un linguaggio non proprio ortodosso, testimone e protagonista di fatti che nella loro atrocità e violenza non riescono mai a essere più grandi di lei. Nel suo raccontare lieve e veloce, ironico e pietoso, rivive il mondo dell’infanzia che è un po’ di tutti noi, con i suoi miti, le sue emozioni, le sue scoperte, in pagine di grande rigore stilistico e condotte con bravura eccezionale.